Settimio uccide incidentalmente un amico di "bambola". Lei, insieme a suo fratello lo va a trovare in carcere, dove c'è Furio che si innamora di bambola, mentre il fratello si innamora di Settimio, che viene violentato dagli amici di Furio, che sodimizza (in carcere) bambola, che è disperata ma si innamora dell'animale. Furio esce (per buona condotta) e va a convivere con bambola e il fratello. Riviolenta bambola (incinta) con un'anguilla (morta). Alla fine viene ucciso dal fratello che vivrà felice con Settimio uscito di prigione. Bambola se ne andrà in treno. La qualità del plot salta agli occhi. Nella sua ormai lunga storia il cinema ha accolto Carnera e Tiberio Mitri, Gigi Rizzi e Vittorini, Soraya e Mike Bongiorno. Ha dato la possibilità di fare un film alla coppia Ciprì-Maresco, ha fatto incassare miliardi a pellicole con Boldi protagonista. Il cinema dunque accoglie anche l'"attrice" Marini e il "regista" Luna. Il nodo non sono le scene di nudo e di sesso promiscuo, secondo la vocazione del regista, non è la morbosità, alla quale siamo abituati. È la licenza di poter far tutto questo. C'è chi ha prodotto questo film, chi lo ha girato, chi lo ha interpretato. E c'è chi ha permesso che uscisse. È un segnale significativo, e disgraziato dello stato del nostro paese in questi anni Novanta. Io che scrivo dico che mai sono uscito da una sala con un malessere così profondo. E confesso il grande disagio perché sono costretto a scrivere, e lungamente, di questo "film", diventando a mia volta involontario complice dell'associazione a delinquere.
