Poco prima di imbarcarsi per l'Europa e prendere parte alla Prima Guerra Mondiale il tenente dell'esercito canadese Harry Coleburn salva da morte certa un cucciolo d'orso e decide di tenerlo con sé. Non ha però fatto i conti col colonnello Barret non troppo felice d'avere Winnie, questo il nome del cucciolo, nel suo reggimento. Obbediente agli ordini, Colburne cerca di abbandonare a più riprese Winnie ma l'animale, ormai affezionatosi al padrone, trova sempre il modo di ritornare da lui. L'ufficiale decide allora di portarlo con sé in Europa dove lo affida allo zoo di Londra. Al termine del conflitto i due si ritrovano ed è solo grazie all'affetto dell'orso che Colburne riesce a ritrovare la voglia di vivere che la guerra gli ha tolto. Basato su una storia vera, il film è una produzione canadese del 2004. Destinato unicamente al mercato televisivo, ha riscosso diversi premi. Se li merita: ben girato e recitato, accurato nella ricostruzione storica, si avvale di attori di spessore nei ruoli di nicchia: Stephen Fry che fu Oscar Wilde è il guardiano dello zoo e David Suchet, noto per i telefilm in cui impersona Hercule Poirot, è uno splendido generale Hallholland. Ma è nella descrizione del rapporto uomo - animale che la regia trova il suo vertice: commovente senza virare nel patetico, mai sopra le righe, capace insieme d'avvincere e lasciare allo spettatore spazio per la riflessione. Il personaggio Disney "Winnie the Pooh" è ispirato a quest'orso docile e simpatico che benché in cattività non visse in gabbia ma libero di girare per lo zoo di Londra.
