Passaggio a Nord-Ovest Streaming

7.0

IMDb - Basato su 3522 voti

Anno Uscita
1940
Durata
126 min
Lingua
ITA
Titolo Rriginale
Northwest Passage
Genere
Cast

Dal romanzo di Kenneth Roberts, pressoché sconosciuto in Italia. Nel 1754 una spedizione di Rangers comandati dal maggiore Rogers si spinse su fino al Canada per combattere una tribù di indiani alleata dei francesi. La spedizione riuscì. Dopo sette mesi, i Rangers, decimati, tornarono alla base di Portsmouth. È il primo grande western a colori, e che colori. È un film girato quasi completamente in esterni. Oltre a Rogers, interpretato da Tracy, la storia ruota intorno a un pittore che si aggiunge alla missione per la sua capacità di disegnare le carte. La spedizione esplora zone vergini, le barche risalgono i fiumi e vengono spinte lungo le colline. L'attacco al campo indiano è di inaudita violenza e di grande realismo, non ha nulla da invidiare alle sequenze di Soldato blu e Piccolo grande uomo, realizzate trenta anni dopo. Il ritorno è drammatico, i superstiti si raccolgono in un forte dove vengono salvati all'ultimo momento, sul punto di morire di fame. Un film in cui nulla è banale e scontato, con una tensione narrativa che non cade mai, e senza alcun compiacimento. Naturalmente non manca il mito, ma non è enfatizzato o annunciato, emerge dalle pure azioni. La figura di Rogers ha grande forza, così come l'interpretazione di Tracy, bravo come poche altre volte, e attendibile come eroe dell'Ovest, lui tozzo e piccoletto. Il Passaggio a nord-ovest è appunto il sogno di Rogers. I Rangers, ancora comandati dal maggiore, partono per l'ennesima avventura, ancora più a nord. Quando gli chiedono se davvero esista il leggendario passaggio che dovrebbe unire l'Asia all'America, Rogers risponde: "Prima di morire voglio portare una canoa piena di prodotti del Giappone fino a New York lungo l'Hudson". A quasi sessant'anni di distanza il Passaggio rimane uno dei più puri western mai prodotti. L'ottica di Vidor è quella tradizionale, degli indiani cattivi, anzi, in questo caso esageratamente cattivi, tanto da giustificarne i massacri. Ma è risaputo che il grande cinema ha preso spesso grandi abbagli di ideologia e di contenuto. In questo caso il piacere puramente cinematografico dell'"arrivano i nostri" si impone rispetto alla filologia e alla storia. Il regista massimo Griffith in Nascita di una nazione proponeva una vera apologia del Ku Klux Klan. Rimane il piacere della visione e l'equilibrio perfetto di tutto, che è di pochi capolavori del cinema.


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