I figli partono per la gita scolastica e papà e mamma (finalmente soli) abbordano una piacevole ragazza che si scopre essere l'amante del loro migliore amico. Che è poi il marito della loro migliore amica. C'era in programma una serata "trasgressiva"... Lo sarà veramente, coinvolgendo un travestito in preda a crisi sentimentali e un taxista decisamente pesce fuor d'acqua. Una notte di equivoci, finzioni, in cui la noia viene vinta, ma a che prezzo? Bigagli, rubando un pezzo di titolo a un prezioso gioiellino qual era il film di Woody Allen, fa un film con i nomi "giusti", con l'ammiccamento "giusto", con il trailer "giusto". "Giusti" per cosa e per chi? Per quel cinema italiano che vuole ostinatamente ancorarsi a se stesso con l'aggiunta di quel pizzico di "malinconicità" che dovrebbe riscattarlo dalla farsa. Ma poi sempre lì siamo: a chiedersi cosa succede quando la passione è logorata e il desiderio è pronto a ripartire, ma per nuovi orizzonti. C'era un certo signor Feydeau che con questi temi ci andava a nozze e riusciva anche a divertire raccontando la società borghese del suo tempo. C'era. Appunto.
